Bene… un bene o ‘il’ bene? Comunemente inteso come buono, come qualcosa che ci rende felici, che si desidera, dice il dizionario etimologico, in quanto è conveniente alla natura umana e che, posseduto, rende tranquilli e felici. Non a caso infatti – si dice – ci “rifugiamo nei beni”, la casa per esempio, che ci avvolgono quotidianamente dandoci sicurezza e protezione, quasi un calore che diventa umano. Un mondo di beni, un mondo, come scrive Husserl, che mi è costantemente “alla mano” ed io stesso sono un suo membro. Un mondo che appare nella sua immediatezza, la “tavola con i suoi libri”, il “bicchiere”, “il vaso”…e che in qualche modo ci rassicurano, potremmo aggiungere1.
Ma per “bene”, secondo la classica definizione economica, si intende un oggetto disponibile in quantità limitata, come sono ad esempio i beni di consumo. Una concezione platonica relativistica, utilitaristica e antropocentrica del bene, che consiste nel ridurre il “bene” a ciò che è utile e vantaggioso.