JONATHAN HAIDT, The Righteous Mind: Why Good People Are Divided by Politics and Religion, Pantheon 2012, pp. 419, $28.95.
MICHAEL ROSEN, Dignity: Its History and Meaning, Harvard University Press 2012, pp. 176, $21.95.
Gli esseri umani vogliono capire se stessi e ai giorni nostri il desiderio di comprendere è sviluppato ad ampio raggio grazie alle scienze biologiche, psicologiche e sociali. Una delle questioni sollevate da queste forme di auto-comprensione è come esse si relazionino con la vita reale che continuiamo [...]
continuiamo a condurre, usando le facoltà e impegnandoci nelle attività e nelle relazioni studiate dalle teorie scientifiche.
Un esempio importante è l’universale fenomeno umano della morale. Anche se arriviamo ad accettare le teorie descrittive delle diverse forme di moralità basate sulla biologia evolutiva, sulla neuroscienza o sulla psicologia sociale e dello sviluppo, ognuno di noi coltiva anche specifiche opinioni morali, formula giudizi etici e impronta la propria condotta e le scelte politiche anche sulla base di questi atteggiamenti. Come si può combinare la visione esterna descrittiva di noi stessi fornita dalle scienze empiriche con il laborioso impegno interno nella vita reale?
Il problema viene esposto e in qualche misura affrontato da Jonathan Haidt nel suo The Righteous Mind (La mente onesta), e parte dell’interesse del libro sta proprio nella sua incapacità di fornire una risposta pienamente coerente.