Tra i generi letterari nessuno si è sviluppato così variamente e sorprendentemente nel corso degli ultimi decenni quanto le memorie. Non parliamo tanto di autobiografie, o di resoconti biografici solenni, formali e cronologicamente ordinati, ma piuttosto di libri di memorie che raccontano di crisi individuali, opere dal tono intimo e lirico, spesso brevi, come nel caso di Un’oscurità trasparente di William Styron (Leonardo, 1990), Le ceneri di Angela di Frank McCourt (Adelphi, 1997) e L’anno del pensiero magico di Joan Didion (Il Saggiatore, 2006). Tra questi libri di memorie nessuno è composto in modo più armonioso ed essenziale de L’invenzione della solitudine di Paul Auster (Anabasi, 1993), scritto dopo l’improvvisa scomparsa del padre, avvenuta nel 1981.
Joyce Carol Oates
Paul Auster. Figlio, figlio mio!
da ''The New York Review of Books''PAUL AUSTER,Sunset Park, Torino, Einaudi, 2010, pp. 222, € 19,90
Recensione dell’ultimo libro di Paul Auster, Sunset Park, che narra la storia di un trentenne in cerca della sua strada e desideroso di ricostruire un rapporto col padre.