DONATELLA CAMPUS (a cura di), L’immagine della donna leader, Bologna, Bononia University Press, 2010, pp. 221, € 22,00
Pochissime sono le donne che hanno conquistato cariche politiche di vertice, o che hanno tentato di ottenerle. Ovviamente, le troviamo tutte nei regimi democratici anche se il caso luminoso di Aung San Suu Kyi in Birmania dimostra che la sfida femminile può essere condotta a fondo con coraggio contro un regime militare repressivo. Nelle società aperte, quelle occidentali, un numero notevole di donne ha fatto carriere prestigiose in molte professioni altamente competitive, e l’eguaglianza di opportunità e, un po’ meno, di esito fra i due generi sembra, naturalmente con differenze che rimangono significative fra Paese e Paese, quasi conseguita. Nei parlamenti scandinavi e in quelli anglosassoni, a eccezione degli USA, le donne sono circa il quaranta per cento. In alcuni governi di quei Paesi, la presenza di ministri donne si avvicina alla metà. Quando, però, si guarda ai capi dei governi, primi ministri e presidenti, la situazione risulta significativamente diversa. A quel livello, le donne sono pochissime. Pertanto, rappresentano eccezioni degne di nota e di approfondita analisi anche per capire quali ostacoli le donne vittoriose hanno superato e come ci sono riuscite. Soltanto incidentalmente noterò che il caso italiano si colloca su tutti gli indicatori sopra menzionati a livelli medio-bassi.