PIPPA NORRIS E RONALD INGLEHART, Sacred and Secular. Religion and Politics Worldwide, Cambridge-New York, Cambridge University Press, 2004, pp. 329, $ 29,99 trad. it. Sacro e secolare. Religione e politica nel mondo globalizzato, Bologna, Il Mulino, 2007, pp. 381, € 28,00
ROBERT D. PUTNAM E DAVID E. CAMPBELL, American Grace. How Religion Divides and Unites Us, New York, Simon & Schuster, 2011, pp. 673, $ 30,00
JYTTE KLAUSEN, The Islamic Challenge. Politics and Religion in Western Europe, Oxford, Oxford University Press, 2005, pp. 253, $ 32,95
Fino a qualche anno fa, potremmo dire simbolicamente fino al crollo delle Torri Gemelle a causa di un manipolo di fanatici musulmani collegato al gruppo fondamentalista di Al-Qaeda, storici e scienziati sociali erano nella maggior parte concordi nel ritenere ineluttabile il processo di secolarizzazione in ogni parte del mondo, in ogni continente del pianeta. Una volta avviata la fase dello sviluppo politico (democratico) e della modernizzazione economica, la dimensione religiosa, sia nella sfera pubblica che in quella privata, si sarebbe fortemente ristretta, per poi lentamente scomparire e lasciare spazio infine alla più fredda razionalità e al più rigoroso pensiero scientifico. Per dirla con Max Weber, uno dei più strenui e coerenti difensori della tesi della secolarizzazione, nel mondo contemporaneo ogni «etica della convinzione», ispirata da fedi, valori, credi o credenze religiose, sarebbe stata soppiantata da una «etica della responsabilità» orientata allo scopo e mossa dalla ragione. In pratica, se “Dio è morto”, come pensava tragicamente Nietzsche, anche la religione dovrebbe andare incontro alla stessa, misera sorte.