Oggi esistono tanti tipi di economia, che siamo soliti distinguere con dei colori: rossa, verde, blu, gialla e nera. Colori che identificano l’atteggiamento del mercato nei confronti delle esigenze del cittadino e del pianeta. Dall’economia rossa del consumo indiscriminato delle risorse naturali per garantire la crescita (vista come qualcosa di sempre positivo), alla green e alla blue economy, che rispettano i limiti imposti dal pianeta e sfruttano le risorse naturali nel modo giusto, fino ad arrivare alla produzione a emissioni zero. Forse dovremmo investire maggiormente su questo tipo di economia, cambiare mentalità e superare quel mercato che sta depauperando la Terra?
Norma o legge che regge la nostra casa (nomos e oikos), l’economia può essere colorata. Colori diversi, economie diverse: rossa, verde, blu, grigia, nera. Sfumature sostanziali rispetto alle definizioni correnti, almeno quelle che si trovano nei “moderni” dizionari per economia, fra le altre: «modo di operare volto a ottenere il massimo vantaggio con il minimo dispendio di energie e di risorse», «attività dell’uomo organizzata su base sociale, volta allo sfruttamento di beni naturali e alla produzione e distribuzione di ricchezza», «il complesso delle risorse e delle attività produttive di una comunità, di uno stato anche limitatamente a un dato settore»1.