Con la collaborazione di Beatrice Saletti
I trovatori nel Veneto e a Venezia, Atti del Convegno Internazionale, Venezia, 28-31 ottobre 2004, a cura di Giosuè Lachin, presentazione di Francesco Zambon, Roma-Padova, Antenore, 2009, pp. 382, € 49.
Non diversamente da qualche crociata “petrolifera” dei nostri tempi, la feroce crociata albigese contro l’eresia catara indetta nel 1209 celava motivazioni economiche e mirava a privare dei loro feudi i ricchi feudatari delle corti del sud della Francia. La conseguente, diaspora dei trovatori occitani e dei loro libri verso una zona non controllata dall’Inquisizione, i liberi comuni e le corti ghibelline dell’Italia settentrionale, ebbe effetti decisivi sulla tradizione letteraria europea, suscitando da un lato la precoce fioritura di una lirica italiana di “imitazione” provenzale in varie zone della nostra penisola (in particolare, nella Sicilia di Federico II), dall’altro il costituirsi nel Nord Italia di numerosi ateliers specializzati nella produzione di raccolte di poesia trobadorica, al punto che la maggior parte dei manoscritti provenzali superstiti provengono da centri scrittorî italiani.