Velocità, efficienza, comodità, salvaguardia dell’ambiente. È la formula ideale utilizzata dai fautori dell’Alta velocità ferroviaria, una formula, per dirla tutta, non sempre vera. È un percorso, quello della cosiddetta Tav (treni ad alta velocità), di alti e bassi come spesso accade quando protagonista è la tecnologia, tra entusiasmi, frenate, stop e ripartenze. Ma con un iniziale dato certo, che ben pochi sanno: la prima volta in assoluto in cui si parla di Alta velocità è nel1936 inItalia, con un progetto sperimentale che porterà tre anni più tardi l’Etr200 acoprire il tragitto Bologna-Milano a una media di165 chilometriorari e con un picco di203 chilometriorari. Un Paese già all’epoca tecnologicamente all’avanguardia sulle rotaie, il nostro, come accaduto anche per il nucleare civile tra i primi anni Cinquanta e la fine dei Sessanta (e che dire di radio, telefono e poi personal computer visto che il primo fu un Olivetti) ma che purtroppo quasi sempre dopo l’entusiasmante fase pionieristica si perde poi nei rivoli della politica, del nepotismo, degli appalti e delle polemiche.
Massimo Pedretti
L’Alta Velocità tra entusiasmo e contestazioni
TECNOLOGIA – La costruzione della linea TAV, ha suscitato molti dibattiti e scontri (verbali e fisici) in Italia negli ultimi anni. Ma quali sono i pro e i contro nella costruzione di questa opera? E negli altri paesi del mondo in cuila TAV è stata realizzata, che effetti ha avuto sull’economia e com’è stata accolta dai cittadini?