Oltre ad essere uno dei più grandi irlandesi mai esistiti, Roger Casement fu anche una figura di assoluto rilievo sulla scena mondiale. Ai suoi tempi, dopo essersi sottratto ai vincoli che la sua classe sociale e la sua educazione gli imponevano per dedicarsi alla causa dell’indipendenza irlandese dal dominio britannico, questo anglo-irlandese era considerato, e persino riverito, a livello internazionale come paladino dei popoli indigeni oppressi dell’Africa occidentale e della regione peruviana di Putumayo, nonché instancabile difensore dei diritti umani in generale. Perché mai, allora, il suo nome oggi è praticamente dimenticato o ignorato – in Irlanda come nel resto del mondo?
Non è facile rispondere a questa domanda, a causa delle sue numerose implicazioni. Dopo l’insurrezione di Dublino del 1916, che spezzò le basi dell’impero britannico proprio nel momento in cuila Gran Bretagnaera alle prese con gli orrori della prima Guerra mondiale, Casement fu spogliato del titolo di cavaliere –benché vi avesse già rinunciato – processato per tradimento, incriminato e impiccato, malgrado alla vigilia dell’insurrezione fosse giunto in Irlanda dalla Germania non per guidarla, come ritenevano i britannici, ma al contrario per persuadere i capi dei ribelli a revocarla, poiché convinto che non avrebbe avuto buon esito.