Nel numero di gennaio di ‘451’ un’analisi sul fondamentalismo di Paul Ruthven
PERCHÉ IL FONDAMENTALISMO RELIGIOSO CONTINUA A MIETERE VITTIME?
La censura di Paulo Coelho con la messa al bando di tutti i suoi best seller in Iran e gli ultimi attentati che si sono verificati in Egitto contro la minoranza cristiana copta della città hanno riportato drammaticamente all’attenzione dell’opinione pubblica la questione del fondamentalismo religioso.
“Secondo Paul Bergman, autore de “The Flight of the Intellectuals” (New York, Melville House) e di Terrore e liberalismo, perché la Guerra al fondamentalismo è una Guerra antifascista (Torino, Einaudi) “Il veleno dell’antisemitismo europeo è stato assorbito nei più ampi gorghi di totalitarismi musulmani – nasserista, baatista, islamico. Le atrocità inflitte da questi movimenti alle società musulmane si sono rivelate orrende come il fascismo e lo stalinismo europei con milioni di vittime. Invece che guardare in faccia la realtà e i politici e gli intellettuali occidentali si sono arroccati in sistemi ideologici di negazione.
Recensendo i libri di Bergman, Ruthven, storico americano esperto di Storia delle Religioni, contributore della celebre testata ‘The New York Review of Books’, ha recentemente analizzato il problema del fondamentalismo religioso nel saggio breve La retta via e quella sbagliata: cercando di mettere a fuoco quali siano le motivazioni del fondamentalismo e quali soluzioni si possano adottare per scongiurarne le conseguenze. Ruthven analizza le problematiche del fondamentalismo religioso, pone a confronto e commenta le autorevoli opinioni sul tema di Buruma, Berman, Garton Ash e Hirsi Ali, delineando chiaramente le cause del fondamentalismo, i suoi effetti e i possibili scenari futuri. Il saggio di Ruthven è stato pubblicato sulla New York Review of Books e sul numero di gennaio di ‘451’, rivista disponibile in libreria o al sito www.451online.it.
Bologna, 28 gennaio 2011