Un racconto di Roberto Bolaño pubblicato nella raccolta Chiamate telefoniche comincia così: «In una certa occasione, dopo aver discusso con un amico sulla natura peregrina dell’arte, Amalfitano gli riferì una storia che gli avevano raccontato a Barcellona». Lo scrisse nel 1997, sei anni prima della sua morte, nel 2003. Come un buon numero di personaggi di Bolaño, Amalfitano appare in più di una narrazione dell’autore cileno; i lettori di 2666, il suo ultimo grande romanzo, pubblicato integralmente in italiano nel 2009, lo conosceranno come il melanconico professore di letteratura di Santa Teresa (ispirata a Ciudad Juarez) nel Messico settentrionale, dove, in un duchampiano gesto difficile da interpretare, appende un libro di geometria al filo per stendere il bucato nel giardino.
Mark Ford
Bolaño: sull’orlo del precipizio
da ''The New York Review of Books''LETTERATURA. Roberto Bolaño e la sua opera vengono analizzate in questo saggio di Mark Ford: la vita dello scrittore, i suoi racconti più importanti e il filo conduttore che li lega, i suoi rapporti con Borges e la sua disposizione verso il regime di Pinochet che egli visse in prima persona.