Oliver Sacks, The Mind’s Eye, New York, Knopf, pp. 263, $ 26,95
SCIENZA: Il neurologo di fama mondiale, Oliver Sacks, autore di Risvegli, Musicofilia e L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, ancora una volta riesce a raccontarci storie, nel suo nuovo libro, The Mind’s Eye, che Sue Halpern recensisce in questo articolo emotivamente coinvolgente: storie di persone in difficoltà, che per una serie di motivi perdono la vista, oppure la capacità di leggere e scrivere (che per loro è come perdere la vista…) e delle straordinarie capacità del loro cervello (e della loro anima) di reagire e cercare una via di fuga dalla loro situazione.
Tempo fa avevamo un’automobile che mio marito sosteneva fosse verde, sebbene il libretto recasse scritto che il suo colore era onice. Poi, un giorno, quando oramai la nostra macchina aveva già macinato 80.000 chilometri, la luce la colpì secondo un’angolazione particolare. Fu così che vidi per la prima volta, e per un minuto appena, ciò che lui forse aveva sempre visto. D’improvviso mi domandai: «Se il mio nero corrisponde al verde di un’altra persona, non sarà che la nostra conoscenza dei colori è assolutamente personale? Anche quando stiamo guardando la stessa cosa, vediamo veramente la stessa cosa?».
Scorrendo le pagine di The Mind’s Eye, l’ultimo libro di Oliver Sacks, è come se ci ritrovassimo immersi in quel raggio di sole: mette in dubbio ciò che percepiamo.
Sacks è probabilmente il neurologo più conosciuto al mondo, un merito che si è guadagnato nell’arco di quasi cinquant’anni, e non per uno straordinario lavoro di laboratorio, né per invenzioni biomediche all’avanguardia, bensì grazie a qualcosa di molto più semplice: la sua capacità di raccontare storie. Nella medicina contemporanea c’è una propensione alla “scienza traslazionale”.