Via libera all’allevamento di suini transgenici per la ricerca e i trapianti eterologhi
Si o no agli OGM? Andrea Segrè interviene sulla rivista “451”
Il Consiglio Superiore di Sanità ha dato il via libera alla possibilità di allevare a Cremona suini transgenici per il trapianto eterologo e per altri fini scientifici. Si tratta ancora di una procedura sperimentale ed è sotto controllo del Ministero della Salute, ma è un passo importante nella ricerca scientifica e una conquista positiva per quanto riguarda l’ingegneria genetica e l’utilizzo di OGM. I suini, selezionati scientificamente, saranno donatori di organi e tessuti per esseri umani malati.
La notizia dimostra che la tanto dibattuta, e da molti temuta, tecnologia GM può essere utilizzata per fini positivi.
Ed è proprio da questa affermazione che si sviluppa il nuovo articolo del prof. Andrea Segrè, pubblicato sul numero 7 di ‘451’, la rivista di letteratura, scienza e arte che ha dedicato al noto professore di Agraria uno spazio dove possa sviluppare un argomento nuovo ogni mese. E questo mese l’argomento è proprio Ogiemme. ‘451’ è reperibile nelle migliori librerie o su abbonamento. Esiste anche la versione on line, alla pagina www.451online.it.
OGM sì oppure no? Da questa domanda parte Segrè, una domanda più che legittima, dati i continui dibattiti sul tema. C’è chi si dichiara favorevole, perché l’ingegneria genetica può risultare uno strumento importante per contribuire, ad esempio, a risolvere i problemi dei paesi in via di sviluppo. I contrari vedono negli OGM non solo una violazione della natura, ma anche un rischio serio e concreto per la salute umana e del Pianeta. Con il suo solito atteggiamento distaccato e professionale, Segrè analizza le due posizioni, ne evidenzia punti di forza e debolezze, proponendo infine una sua equilibrata opinione: l’OGM può essere uno strumento importante, ma non è l’unico, «lo sviluppo tecnologico è un’invenzione dell’essere umano e per questo non dobbiamo averne timore. Bisogna andare oltre, superarlo […] L’importante, appunto, che non si vada nell’inutile o nel dannoso». L’opinione di molti è che la tecnologia GM possa migliorare (se non risolvere, in tutto o in parte) il problema della distribuzione del cibo e della fame nel mondo. Ma, osserva Segrè, dal momento che gli ultimi rapporti della Fao ci informano che nel mondo si produce cibo per una popolazione doppia di quella attuale, «che senso ha l’uso di colture Ogm se già nel mondo si produce tanto? Forse non abbiamo bisogno di colture Ogm in questo caso, ma di potenziare la ricerca scientifica nei paesi in via di sviluppo […] I paesi in via di sviluppo che, non essendo in grado di competere con i paesi ricchi, necessitano di ben altre cose che di colture Ogm». È necessario porre attenzione alle risorse che già abbiamo, limitare anzitutto sprechi, sovrapproduzione e migliorare l’accesso al cibo e alle risorse: l’ingegneria genetica può e deve esserci, ma non in prima istanza.
«È su questo punto allora che bisogna insistere: occorre fare in modo che le persone si accostino al tema Ogm e alle biotecnologie in modo meno ideologico e più “ecologicamente intelligente”.»
Bologna, 6 luglio 2011