Nella ricerca scientifica nulla genera più equivoci dell’impiego di metafore da parte degli studiosi. E non è soltanto il pubblico comune a risultare confuso, ma sono gli stessi scienziati a essere fuorviati nello studio della natura. L’esempio più noto e significativo è l’invenzione da parte di Darwin del termine «selezione naturale» che, come egli spiega nell’Origine delle specie: «si può dire, metaforicamente, che la selezione naturale sottoponga a scrutinio, giorno per giorno e ora per ora, le più lievi variazioni in tutto il mondo, scartando ciò che è cattivo, conservando e sommando ciò che è buono»1.
Darwin, in modo esplicito, ha tratto questa idea di una forza causale dell’evoluzione dall’osservazione dell’attività degli allevatori di piante e animali che, in modo consapevole, selezionano gli individui con le caratteristiche desiderate e li incrociano perché i tratti scelti siano trasmessi alle generazioni future.