DONATELLA DELLA PORTA, Democrazie, Bologna, Il Mulino, 2012, pp. 159. Euro 13,00
PARADOXA, Quelli che… la democrazia, anno V, n. 2, aprile-giugno 2011
MICHELE SALVATI, Tre pezzi facili sull’Italia. Democrazia, crisi economica, Berlusconi, Bologna, Il Mulino, 2011, pp. 132, Euro 14,00
La più recente fra le affermazioni fuorvianti oppure, più tristemente, sbagliate sulla democrazia è che, in seguito e a causa della formazione del governo tecnico di Mario Monti, la democrazia italiana sarebbe “sospesa”. Traduco. Secondo i commentatori e i politici che aderiscono a questa tesi, la democrazia esisterebbe soltanto nella misura in cui un governo è eletto dal popolo. Troppo facile notare che il governo Berlusconi non era affatto stato eletto dal “popolo”. La fattispecie dell’elezione popolare del governo non esiste affatto nell’ampia e variegata realtà dei regimi democratici poiché nelle Repubbliche presidenziali il “popolo” elegge il Presidente e nei sistemi parlamentari il requisito essenziale di un governo democratico consiste nell’avere (e nel mantenere) un rapporto di fiducia con il Parlamento, organismo sicuramente eletto dal popolo, con modalità e leggi elettorali di notevole varietà. Poiché il governo Monti ha ottenuto il necessario voto di fiducia per insediarsi e altri voti di fiducia da lui richiesti per fare approvare dal Parlamento provvedimenti legislativi urgenti, è un governo costituzionalmente legittimo, impeccabilmente conforme ai requisiti delle democrazie parlamentari. Nella stessa linea discorsiva, tanto largamente diffusa quanto scientificamente e politicamente inaccettabile, sta l’affermazione generale, che riguarda, quindi, anche l’Italia, relativa alla crisi della democrazia.