Jerome Groopman

“Diverso”

da ''The New York Review of Books''

RACHEL ADAMS, Raising Henry: A Memoir of Moterhood, Disability, and Discovery, Yale University Press, pp. 258, $ 26,00

ANTROPOLOGIA E SOCIOLOGIA: Rachel Adams è una professoressa di letteratura inglese. Una donna istruita, benestante e con una “famiglia perfetta”. Ma quando scopre che suo figlio Henry ha la sindrome di Down, la Adams è costretta a ripensare e a vedere in modo totalmente diverso molti aspetti della sua vita.

Omero ed Erodoto, Sofocle e Platone, Aristotele e Dante, Shakespeare e Milton. Tutti nomi incisi nell’edificio della Butler Library della Columbia. Essi potranno anche essere “uomini bianchi morti” ma per noi studenti degli anni ’60, sembravano molto vivi nelle classi in cui ci impegnavamo sui loro testi e discutevamo le loro idee. Le abilità nel pensiero che noi cercavamo potevano essere applicate a professioni come la legge, la medicina e la finanza, ma sentivamo che la pura sapienza dei nostri professori era l’apogeo della vita intellettuale.

Circa quarantacinque anni dopo, gli studenti iniziano ancora la loro educazione nella mia università con l’Iliade. Ma la competizione per leggerla a Morningside Heights è divenuta molto più feroce. Le matricole sono scelte in un pool di candidati con SAT[1] stratosferici e GPA [2] quasi perfetti, vincitori di competizioni per la ricerca di talenti in campo scientifico e delle olimpiadi di matematica.

Rachel Adams è una professoressa di studi inglesi e americani alla Columbia, ogni giorno ha a che fare con questi giovani uomini e donne dalle grandi performance. Descrive sé stessa come ugualmente ambiziosa, un’accademica che è cresciuta con i concerti da musica da camera in salotto e che si è innamorata di un collega assistente insegnante in una classe di letture shakespeariane. La Adams ha esplorato il fenomeno delle esibizioni dei fenomeni da baraccone negli Stati Uniti. Questo lavoro ha portato a un libro acclamato dalla critica, Sideshow USA: Freaks and the American Cultural Imagination. La sua prosa stilizzata, le ampie generalizzazioni e la prospettiva distaccata sono tipici della maggior parte dei lavori accademici di oggi:

Benché siano stati spesso trattati come una forma effimera di intrattenimento, gli spettacoli dei fenomeni da baraccone hanno messo in scena un importante lavoro culturale consentendo alla gente comune di affrontare e padroneggiare le più estreme e terrificanti forme di alterità che si potesse immaginare, dai popoli esotici scuri di pelle, alle vittime della guerra e della malattia, ai corpi dal sesso ambiguo. In una nazione che si inorgoglisce in qualche modo contraddittoriamente della sua esaltazione dell’individualità e della sua abilità di assimilare le differenze, gli spettacoli dei fenomeni da baraccone hanno un significato politico e sociale così come psicanalitico. La piattaforma dello spettacolo è sia la fonte dell’intrattenimento e un palco per mettere in gioco molte delle controversie politiche e sociali più coinvolgenti del secolo, così come i dibattiti sulla razza e l’impero, l’immigrazione, le relazione tra i sessi, il gusto e i modelli etici della società.

Adams sposò il suo collega assistente insegnate Jon Connelly, che alla fine lasciò l’accademia e divenne avvocato, in parte per divenire la fonte primaria di sostentamento della famiglia. Il loro primo figlio, Noah, è nato quando la Adams aveva trentasei anni. A causa della sua età, si sottopose a un’esaustiva serie di test riguardanti i difetti della nascita, inclusa l’amniocentesi, in cui un ago è introdotto nell’addome per estrarre le cellule fetali che consentono un esame diretto di ogni eventuale anormalità cromosomica. Noah è un bambino in salute, e quando la scuola si avvicina, si sottopone a una serie di esami standard:

Sapevamo che misuravano poco più del fatto se egli fosse adeguato per i test d’ammissione. Questo, e se i suoi genitori e insegnanti lo avessero fatto passare attraverso la batteria di costosi materiali pratici venduti dalle società che li producono promettendo di prepararli in maniera adeguata per affrontare questi test. Sapevamo che erano inutili ma lo era pure rifiutarli, perché sapevamo anche che buoni punteggi ci avrebbero dato la miglior chance possibile di trovare un asilo che fosse giusto per lui.

Il quoziente di intelligenza di Noah lo colloca tra i “dotati”, un ragazzo intelligente e capace che si inserirà prontamente nel mondo dell’Upper West Side di Manhattan[3]. Pochi anni dopo la Adams rimane di nuovo incinta. Attende un fratello simile a Noah. I test prenatali iniziali sono rassicuranti. Le possibilità che qualcosa possa andare storto sono dell’ordine di 1 su 2000. Per quella ragione, Adams e Connelly decidono di rinunciare alla pratica invasiva dell’estrazione delle cellule fetali. Henry, il suo secondo figlio nasce con un cromosoma 21 in più. Come risultato ha la sindrome di Down.

Raising Henry è scritto come una storia personale che si dischiude. Perché un tale tipo di racconto sia riuscito, il lettore deve essere emozionalmente coinvolto con la narratrice e non essere solo informato intellettualmente ma elevato dalle sue visioni. Rachel Adams riesce da tutti questi punti di vista, in parte scrivendo con cruda onestà.

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