L’articolo che segue è aggiornato al novembre 2011. A quasi due mesi dall’inizio dell’occupazione di Zuccotti Park, la polizia di New York nella notte del 14 novembre, ha sgomberato con la forza gli indignados accampati nel parco. Il sindaco di New York Michael Bloomerg, ha precisato che lo sgombero di Zuccotti Park sarà temporaneo, che è stato deciso per permettere la pulizia del parco e che i manifestanti potranno liberamente tornare ad accamparsi nel quadrilatero una volta che sarà ripulito. Alcuni dei manifestanti hanno posto resistenza allo sgombero e in quindici sono stati arrestati. La protesta si è allargata nei campus universitari di numerose città degli Stati Uniti, e al momento della pubblicazione dell’articolo le proteste sono ancora in atto. NdT
Il movimento Occupy Wall Street, che iniziò lo scorso 17 settembre a Zuccotti Park, nel distretto finanziario di New York, è cresciuto a punto da lasciare interdetti – pare – persino gli organizzatori e i sostenitori più accesi. Sin dai primissimi giorni, quasi tutti i media, ammesso che parlassero del movimento, hanno sminuito i manifestanti, definendoli privi di agenda politica o di richieste concrete: «senza leader», «senza una direzione». E tuttavia, in questo caso, meno ha significato di più: la natura vaga, dai confini indistinti di Occupy Wall Street, è stata decisiva per il suo successo. La frase a effetto «noi siamo il 99 per cento» è dotata di una concisione galvanizzante, parlando direttamente di un divario di ricchezza che nell’ultimo decennio si è allargato a un livello non visto dai tempi della grande depressione1.