OMA/Progress, mostra alla Barbican Art Gallery, Londra, dal 6 ottobre 2011 al 19 febbraio 2012
REM KOOLHAAS, HANS ULRICH OBRIST, Project Japan: Metabolism Talks…, a cura di Kayoko Ota e James Westcott, Taschen, 717 pp., $ 59,99
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Con il suo prodigioso talento per l’invenzione, l’acuta conoscenza delle tecniche di comunicazione e la convinzione contagiosamente ottimistica che l’architettura moderna e il disegno urbano posseggano ancora un enorme potenziale da utilizzare per trasformare la vita moderna, dai tempi di Le Corbusier nessun maestro costruttore ha offerto una visione efficace di un futuro luminoso più dell’architetto olandese Rem Koolhaas. In verità, esistono altri architetti contemporanei, pur’essi al vertice della professione, che sanno fare alcune cose meglio di lui. Come Robert Venturi, progettista migliore e scrittore più elegante; o come Denise Scott Brown, che dimostra più empatia verso le interazioni sociali che animano la buona architettura; o ancora come Frank Gehry, che dimostra un’occhio più acuto per l’assemblaggio scultoreo e un istinto più fine per il gusto del pubblico. Ma in materia di pura audacia concettuale e di pensiero creativo sulle potenzialità nell’arte della costruzione, Koolhaas è oggi senza rivali.