14 giugno 2011, commemorazione accademica, Cappella dei Bulgari (Bologna)
Giorgio Celli ci ha lasciato l’11 giugno. Attendevamo l’ultimo articolo che ci aveva promesso prima che la malattia lo cogliesse. Il tema era di grande interesse: le piante pensano? Come di grande interesse è l’articolo che scrisse per il primo numero di ‘451’, nuova avventura editoriale a cui aveva aderito con l’entusiasmo di sempre. Lo ricordiamo con affetto, pubblicando la commemorazione accademica tenuta alla Cappella dei Bulgari il 14 giugno dal nostro direttore editoriale professor Andrea Segrè, preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, la facoltà in cui Giorgio ha insegnato tutta la vita.
Giorgio Celli avrebbe compiuto 76 anni fra pochi giorni. È stato uno straordinario, poliedrico, eclettico, instancabile scienziato umanista. Senza “e”, e senza “ma”.
Dovessimo proprio usare la congiunzione, o meglio un’altra aggettivazione, aggiungerei solo naturalista. Giorgio ci ha trasmesso, anche e soprattutto ai non addetti ai lavori, il grande fascino della Natura e la passione per la Cultura della Natura.
Multiforme nella capacità di contaminare e mischiare i “generi”: scienza, arte, letteratura. Instancabile, disponibile e sempre pronto a sperimentare e a mettersi in gioco direttamente, come solo i grandi scienziati sanno fare.