Il 14 maggio 2011 è stato un giorno terribile per Dominique Strauss-Kahn, allora capo del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) e principale contendente di Nicolas Sarkozy all’Eliseo per le elezioni dell’aprile 2012. Quella mattina, una volta svegliatosi nella suite presidenziale dell’hotel Sofitel di New York, avrebbe dovuto di lì a poche ore prendere il volo per Parigi e in seconda battuta per Berlino, dove il giorno dopo avrebbe incontrato il cancelliere tedesco Angela Merkel. Mai avrebbe immaginato, invece, che nel tardo pomeriggio di quel giorno l’avrebbero arrestato a New York con l’accusa di violenza sessuale; che sarebbe poi stato incriminato dal gran giurì – la giuria che stabilisce la sufficienza delle prove per iniziare il processo – con sette capi d’imputazione per tentato stupro, violenza sessuale e sequestro illegittimo; che sarebbe stato posto agli arresti domiciliari per oltre un mese; e che il 23 agosto 2011, due settimane prima che il pubblico ministero accogliesse l’inammissibilità del caso, sarebbe stato citato per abuso sessuale dalla presunta vittima.