In Anti-Intellectualism in American Life, il libro con cui ha vinto il premio Pulitzer, Richard Hofstadter ha definito gli studi sull’istruzione negli Stati Uniti come:
Una letteratura di critica pungente e di aspra lamentela… La geremiade sull’istruzione appartiene alla nostra letteratura quanto la geremiade vera e propria appartiene ai sermoni puritani.
Chiunque rimpianga i «bei tempi antichi», ha osservato, a stento riuscirebbe a trovare un periodo in cui non sia stata deprecata la qualità delle scuole pubbliche. A partire dal 1820 fino ai nostri giorni, i cosiddetti riformatori si sono sempre lamentati dell’inadeguatezza degli standard, dell’ignoranza degli insegnanti e dell’incompetenza dei provveditorati.
Più di recente, nel 1983, una prestigiosa commissione presidenziale ha fatto risuonare un lugubre allarme, affermando (fin dal titolo della sua relazione) che la nostra è «Una nazione in pericolo» a causa degli standard inadeguati della nostra scuola pubblica. Il rapporto, che risale all’era di Reagan, affermava:
La nostra supremazia un tempo ineguagliata nel campo del commercio, dell’industria, della scienza e dell’innovazione tecnologica è stata spodestata dai concorrenti sparsi in tutto il mondo.