Negli ultimi anni, alcuni funzionari e uomini politici – come l’ex presidente George W. Bush, l’ex sovrintendente scolastico di New York City Joel Klein, l’ex sovrintendente di Washington, DC, Michelle Rhee e il segretario all’istruzione Arne Duncan – sono stati concordi nel ritenere che non esista “nessuna scusa” per le scuole che ottengono risultati bassi nei test standardizzati1. I riformatori che sostengono la politica del “nessuna scusa” asseriscono che tutti i ragazzi possano ottenere un buon rendimento scolastico, a prescindere dal livello di povertà, disabilità o altre condizioni, e che qualcuno debba essere ritenuto responsabile nel caso in cui ciò non avvenga. Quel qualcuno sono necessariamente gli insegnanti.
Niente si dice circa la responsabilità della direzione del dipartimento o dei funzionari che prendono decisioni cruciali, come lo stanziamento dei fondi, il dimensionamento delle classi e l’allocazione delle risorse.