da ‘The New York Review of Books’
James Gleick, The Information: A History, a Theory, a Flood, New York, Pantheon, pp. 526, $ 29.95
Freeman Dyson
Il primo capitolo del libro di Gleick si intitola Drums That Talk, tamburi parlanti. Spiega il concetto di informazione proponendo un esempio semplice, quello del linguaggio dei tamburi usato in una parte della Repubblica Democratica del Congo, dove la lingua parlata è il kele. Da tempo gli esploratori europei sapevano che i ritmi irregolari dei tamburi africani trasmettevano messaggi misteriosi attraverso la giungla. E agli esploratori capitava di giungere in villaggi, dove mai europeo aveva messo piede, per scoprire che gli anziani del villaggio si erano preparati ad accoglierli.
Purtroppo il linguaggio dei tamburi fu compreso e registrato da un europeo, unico al mondo, prima di sparire inesorabilmente. Quell’europeo era John Carrington, un missionario inglese che trascorse la vita in Africa e che col tempo parlò fluentemente la lingua kele e il linguaggio dei tamburi. Carrington era giunto in Africa nel 1938 e nel 1949 pubblicò le sue scoperte in The Talking Drums of Africa1. Prima che arrivassero gli europei con le strade e con le radio, gli africani che parlavano la lingua kele usavano il linguaggio dei tamburi per comunicare rapidamente fra i villaggi della foresta pluviale. Ciascun villaggio aveva il suo esperto suonatore di tamburo e ogni abitante capiva i messaggi tradotti dagli strumenti. Nel momento in cui Carrington dava alle stampe il libro, l’uso del linguaggio dei tamburi stava ormai scomparendo e gli scolari avevano smesso di impararlo. Nei sessant’anni trascorsi da allora i telefoni hanno reso obsoleto questo linguaggio, completandone l’estinzione.