Peter Firstbrook, The Obamas. The Untold Story of an African Family, New York, Crown, 2011, pp. 333, $ 26,00
La famiglia, a quanto pare, è più che altro fonte di potenziali imbarazzi, inframezzati senza dubbio da sporadiche occasioni di orgoglio1. Lode e vergogna, amore e simpatia, sono quel che ci lega ai nostri amici e parenti. Il figlio adolescente butta gli occhi al cielo quando la madre si alza per ballare a un matrimonio; la moglie osserva sconsolata il marito ubriaco fradicio che si alza a fare il “discorso” dopo una cena tra amici. Noi tutti possiamo ricordare momenti simili.
Per i lati positivi, ricordiamo la zia Rose gonfiarsi di orgoglio per la laurea in Medicina del nipote, o gli adesivi “fieri genitori di un laureato con lode” sui paraurti delle auto. Potremmo anche non amare né stimare, o perfino non conoscere Mary-Jane, ma il fatto di essere suoi parenti ci scalderà il cuore quando lei vincerà un Oscar: “È mia cugina” diremo allora a chiunque. (Viceversa, non ammetteremmo mai di essere suoi parenti quando compariranno sui tabloid storie di droga che la riguardano; anzi, proveremo lunghi momenti di panico quando i colleghi di lavoro spettegoleranno su di lei. Ma non si ricordano della notte degli Oscar?).