L’insediamento abitativo di Freedom Park si estende attraverso una piana arida e battuta dal vento, alla periferia di Rustenburg, Sudafrica, a circa cento miglia nord-ovest di Johannesburg. Quando vi arrivai verso mezzogiorno, in una torrida giornata di fine febbraio, almeno diecimila persone si trovavano raccolte in un campo polveroso, schiacciate tra gruppi di casette dalle pareti di zinco e i tetti di latta. Erano venute a sentire un discorso di Julius Malema, il leader della Lega Giovanile dell’African National Congress1 recentemente espulso dal partito, e uno dei più incendiari politici del Sudafrica.
Ho percorso una serie di binari ferroviari e mi sono spinto attraverso file di spettatori, molti dei quali reggevano ombrelli per proteggersi dal sole, e mi sono fatto strada fino a una piattaforma, dove Malema stava per parlare. Al di là del campo potevo vedere un paio di enormi strutture di metallo che mi ricordavano le montagne russe di Coney Island: quelle, mi fu detto, erano le strutture di sostegno dei carrelli che trasportavano gli uomini giù per i pozzi delle miniere di platino della Impala Platinum Mine, uno dei maggiori datori di lavoro in questa parte del paese.