Negli anni ’70, quando Shoshana Zuboff era una dottoranda al dipartimento di psicologia di Harvard, incontrò lo psicologo comportamentale B.F. Skinner. Skinner, che aveva forse la fronte più alta che mai vedrete in un adulto, è ricordato soprattutto per aver messo dei piccioni in scatole (le cosiddette gabbie di Skinner) e averli indotti a beccare su dei bottoni per avere ricompense. E’ meno ricordato il fatto che costruì una scatola di più grandi dimensioni con un oblò di vetro per la figlia neonata, nonostante questa cosa fosse rivelatoria delle ambizioni più grandi da lui coltivate.
La Zuboff scrive ne ‘Il Capitalismo della Sorveglianza’ delle sue conversazioni con Skinner: “mi lasciarono con un indelebile senso di fascinazione per il suo modo di interpretare la vita umana che era – ed è – fondamentalmente differente dal mio”. Skinner credeva che gli esseri umani potessero essere condizionati come qualunque altro animale, e che la psicologia comportamentale potesse e dovesse essere usata per costruire un’utopia tecnologica in cui i cittadini fossero addestrati dalla nascita a essere altruisti e indirizzati al bene della comunità. Pubblicò anche un romanzo, ‘Walden Two’ del 1948, in cui illustrava come sarebbe stata una simile società – in sostanza una sorta di Mondo Nuovo funzionante.