WILLIAM DALRYMPLE, Nove vite. Alla ricerca del Sacro nell’India moderna, Milano, Adelphi, pp. 374, € 22,00
SOCIETA’ INDIANA E STORIA DELLE RELIGIONI. Gli antichi riti e la spiritualità indiana sono ancora presenti in un subcontinente in rapida crescita economica e sociale? Questa è la domanda che si pone David Shulman, da sempre attento studioso della religione e della letteratura antica indiana. E a questa domanda cerca risposta nel libro di William Darlymple, Nove Vite, pubblicato da Adelphi, per concludere che riti e culti di antica tradizione sono ancora vivi nell’India moderna e caratterizzano i ritmi di vita di famiglie, villaggi, città e intere regioni.
La persona più loquace che abbia mai incontrato è stato un asceta indiano, o sadhu, di mezz’età, piuttosto paffuto, che aveva fatto un rigido voto di silenzio. Lo trovai – beh, a essere onesti, fu colui che mi prese in cura – nel famoso luogo di pellegrinaggio di Dwaraka, sulla costa nordovest dell’India. Quando scoprì, chiedendomelo attraverso un intricato e lungo meccanismo di gesti, abbastanza simile a un gioco di sciarade, che parlavo la sua lingua, telugu, non ci fu davvero limite alla sua gioia. Mi fece sedere sulla spiaggia fuori dal tempio, e per molte ore portò avanti la sua parte di conversazione tracciando con un bastone le lettere sulla sabbia. All’epoca in cui io lo incontrai, era in silenzio da qualcosa come quindici anni; nessuna sillaba era uscita dalla sua gola, nemmeno un brusio o un lamento. Ma la sua brama di comunicare era intensa. Gli chiesi perché avesse abbracciato il suo voto, ed egli scrisse in telugu sulla sabbia: «Per liberare me stesso dai vincoli di questo mondo».